Gli squilibri del microbiota possono spesso necessitare di un'attenta modifica dell'alimentazione. In alcune situazioni, può essere importante limitare determinati elementi come il glutine, i FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli) o il lattosio.
Il microbiota intestinale e il ruolo chiave dei prebiotici
Il microbiota intestinale (la microflora presente nell’intestino) è più che mai riconosciuto come un organo a sé stante. Esso svolge numerose funzioni fisiologiche vitali, le quali, nella maggior parte dei casi, si riflettono positivamente sulla salute. È interessante notare che alcune di queste funzioni siano pienamente operative solo dopo i 2 anni di vita, indicando la necessità di una maturazione del microbiota.
Molti alimenti, non completamente digeriti nell’intestino tenue, vengono fermentati dal microbiota del colon. Questo processo di fermentazione determina il rilascio di vari composti, tra cui alcuni gas come H2 (idrogeno), CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano) e acidi grassi a catena corta, tra cui ricordiamo l’acetato, il propionato e il butirrato. Alcuni di questi acidi grassi, in particolare il butirrato, sono sostanze nutrienti per le cellule intestinali.
Per garantire un equilibrio sano (o eubiosi) del microbiota intestinale in età adulta, può essere importante adottare una dieta arricchita da prebiotici.
Cosa sono i prebiotici e perché sono importanti per la nostra salute?
Un prebiotico è definito come “un substrato selettivamente utilizzato da microrganismi ospiti a beneficio della salute”. I prebiotici, quindi, sono sostanze organiche capaci di “potenziare” la crescita e/o l’attività di microorganismi tra cui, ad esempio, i batteri che compongono il microbiota intestinale.
Esistono svariate famiglie di prebiotici, ognuna con proprietà uniche. Per trarre pienamente vantaggio dai benefici dei prebiotici, si consiglia, ad un adulto, un'assunzione quotidiana di 25-30 g/die di fibre.
Tuttavia, va notato che la fermentazione delle fibre può talvolta causare effetti collaterali come dolori addominali, gonfiori e flatulenza. Pertanto, è di fondamentale importanza selezionare fibre che siano ben tollerate dal sistema digestivo, assicurando così un apporto giornaliero ottimale.
Che Cosa sono i FODMAP?
I FODMAP, acronimo inglese per indicare Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli, rappresentano una categoria di piccoli zuccheri, specificamente digeriti dagli enzimi rilasciati dalla saliva, dal pancreas e dall’intestino tenue. In situazioni in cui la digestione di questi zuccheri non è efficiente o sufficiente, i batteri presenti nel colon intervengono.
La fermentazione dei FODMAP e i suoi effetti
In assenza di una digestione adeguata dei FODMAP, i batteri del colon si mettono all'opera fermentando l’eccesso di questi zuccheri. Questo processo può portare a una serie di sintomi come gonfiori, flatulenza, disturbi addominali e problemi legati al transito intestinale.
I FODMAP e la loro connessione con i prebiotici
È interessante notare che la maggior parte dei FODMAP, con l'eccezione dei polioli, sono ricchi di prebiotici. Questo li rende particolarmente rilevanti quando si parla di salute intestinale e microbiota.
Alimenti in cui si trovano i FODMAP?
FODMAP è un acronimo che identifica diverse categorie di carboidrati fermentabili presenti negli alimenti:
Fermentabili: alimenti rapidamente fermentati dai batteri del colon.
Oligosaccaridi: si trovano in grano (pane, cereali, pasta), aglio, cipolla, carciofo, porri, piselli, lenticchie e altri.
Disaccaridi: presenti in latticini ricchi di lattosio, vegetali, zucchero e caramelle.
Monosaccaridi: sotto forma di fruttosio in alcuni frutti come mela, pera, mango, ciliegia e pesca.
Polioli: tipicamente presenti nelle caramelle.
Benefici e Cautela nella Dieta FODMAP
Mentre una dieta a basso contenuto di FODMAP consiste nel ridurre o eliminare questi carboidrati, è importante ricordare che, in quanto prebiotici, svolgono un ruolo rilevante nel favorire l’equilibrio del microbiota intestinale. Di conseguenza, bisogna approcciare la dieta con moderazione, integrando sia consigli dietetici che una riduzione mirata dei FODMAP. Ricordiamo sempre l’importanza di farsi coadiuvare da un nutrizionista specializzato nel caso si volesse seguire una dieta FODMAP.
L'Obiettivo del modello di risparmio digestivo
Il modello di risparmio digestivo mira a diminuire l'infiammazione intestinale, ridurre i gas e favorire la cicatrizzazione della mucosa intestinale. Viene spesso raccomandato in presenza di sindrome dell'intestino irritabile o di diverticolosi. Il principio di base è limitare l'assunzione di alcuni alimenti, in particolare carboidrati fermentabili, per valutare il loro impatto sui vari disturbi intestinali. Questo approccio può essere ulteriormente supportato da integratori contenenti specifici ceppi probiotici, utili anche per la modulazione del microbiota.
Consigliamo di condividere e far supervisionare i seguenti consigli alimentari da un nutrizionista specializzato.
Da privilegiare:
I frutti maturi o molto maturi quali:
Composte senza zuccheri aggiunti / al cartoccio / al forno
Cavolo, cavolfiore, legumi con ammollo, aglio, cipolla, scalogno
Latticini:
I cibi ricchi di lattosio (dopo parere medico)
Latte di mucca, pecora, capra
Gelato, dessert a base di latte
Formaggio fresco
Cereali e semi:
Cibi ricchi di grano
Cibi ricchi di fibre: riso e pasta integrale
Cibi ricchi di FODMAP: orzo, segale
Bevande:
Caffè, Tè nero, Soda, Alcol, Succo di frutta
Cibi ultralavorati:
Prodotti da forno, pan carré, creme spalmabili, Cordon Bleu, tramezzini, minestre, Fesa di tacchino, Sofficini, surimi
Caramelle e gomme senza zucchero.
La necessità di un approccio professionale
Affrontare una dieta specifica come quella a basso contenuto di FODMAP (basata sulla riduzione o rimozione di FODMAP dalla dieta e successiva reintroduzione di questi), che mira a modulare l'assunzione di prebiotici, non è un compito da intraprendere da soli. È importante, quindi, avere il supporto e la guida di un professionista della salute come un nutrizionista specializzato. Dopo uno o più mesi di trattamento e, in base alla tolleranza individuale, si possono reintrodurre gradualmente gli alimenti ricchi di prebiotici, ma sempre in piccole dosi.
Obiettivi principali della dieta
Il fine principale è mantenere un'ampia varietà di alimenti all'interno di tutti i gruppi nutrizionali. Ciò assicura una dieta bilanciata, previene eventuali squilibri nutrizionali e protegge da possibili deficit di nutrienti nel medio e lungo termine.
Il nesso tra FODMAP e Sindrome dell’Intestino Irritabile
Numerose ricerche hanno evidenziato un legame diretto tra l'assunzione di FODMAP e la manifestazione di sintomi tipici della Sindrome dell’Intestino Irritabile (o IBS). In particolare, molti individui che hanno adottato una dieta a basso contenuto di FODMAP hanno riportato un significativo miglioramento nei sintomi associati all’IBS 2-3.
Benefici di una dieta a basso contenuto di FODMAP
La restrizione di alimenti ricchi di FODMAP può influenzare positivamente la composizione del microbiota intestinale. Questa modulazione può portare alla riduzione di sintomi comuni come il gonfiore, la diarrea e il dolore addominale 1-2-4. Tuttavia, questo regime dietetico richiede un'attenta selezione degli alimenti, ponendo l'accento sulla scelta di fonti energetiche adeguate.
1 Marsh A, et al. Does a diet low in FODMAPs reduce symptoms associated with functional gastrointestinal disorders? A comprehensive systematic review and meta-analysis. Eur J Nutr. 2016;55:897-906. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25982757/
3 Staudacher HM, et al. Mechanisms and efficacy of dietary FODMAP restriction in IBS. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2014;11:256-66. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24445613/