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Probiotici

Quali scoperte sono state recentemente fatte sul microbiota intestinale? Intervista al Prof. Bruley des Varannes

Il professor Bruley des Varannes è un gastroenterologo francese specializzato in malattie funzionali del tratto digestivo, disturbi della motilità e della sensibilità gastrointestinale, fisiologia e farmacologia dell'apparato digerente. Attualmente dirige l'Unità Ospedaliera Universitaria (PHU1) dell'Ospedale Universitario di Nantes.

Il microbiota intestinale è oggetto di numerose ricerche, soprattutto per quel che riguarda l’asse intestino-cervello. In effetti, nell’intestino ci sono 200 milioni di neuroni che costituiscono il sistema nervoso enterico.

 

Ne parla di seguito il Prof. Stanislas Bruley des Varannes su queste recenti scoperte che modificano il nostro sguardo in ambito medico.

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“Credo che le recenti scoperte sul microbiota che generano grande eccitazione nel mondo medico e scientifico, siano del tutto giustificate perché danno uno sguardo nuovo sia su concetti assodati, soprattutto fisiopatologici, che riguardo a future prospettive.

 

L’elenco sarebbe troppo lungo ma, nel gruppo di ricerca di Nantes di cui sono il responsabile, uno degli ambiti su cui ci concentriamo è quello della difesa della barriera epiteliale, grazie soprattutto ai lavori di ricerca sia del gruppo guidato da Michel Neunlist che de «l’unité neuro-glio-épithéliale» (l’unità neuro-glio-epiteliale); quest’ultimo esamina, in particolare, il sistema nervoso enterico e le sue relazioni col microbiota.

 

I risultati delle ricerche di questi team specializzati spingono ad allargare la riflessione riguardo alle malattie che non sembrano avere a che fare con la digestione. Nella malattia di Parkinson, per esempio, esistono ipotesi che spingono a ripensare al meccanismo patogenico dal punto di vista del microbiota. Alla luce di tutto ciò è stata trovata una relazione tra malattia di Parkinson e il fumo; è probabile che un’intossicazione da fumo o il consumo massiccio di tabacco possa influire sul microbiota. Sappiamo, in conseguenza di quanto appena detto, che è possibile agire su questo microbiota e modulare efficacemente il rischio di sviluppare questa malattia neurologica, sono molti gli elementi epidemiologici che lo dimostrano. Questo è un ottimo esempio che sottolinea come molti concetti fisiopatologici possono essere rivisti.”